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Oggigiorno la famiglia non è più solo la famiglia
tradizionale, esistono infatti diverse forme di organizzazione e strutturazione
dei gruppi famigliari. Già gli studi di antropologia di fine Ottocento e
Novecento aveva evidenziato che la famiglia occidentale nucleare, cioè composta
da genitori e figli, non rappresentava l’unica forma di famiglia possibile ma
piuttosto una delle tante in cui può strutturarsi l’organizzazione famigliare,
a seconda del contesto geografico, culturale, sociale. Ricerche più recenti
dimostrano una variabilità famigliare ancora più marcata, anche in contesti
geografici e culturali simili: in una stessa società troviamo diverse tipologie
di famiglia. Si riconosce una dimensione collettiva della famiglia con propri
bisogni e obbiettivi, come anche una individuale di ognuno dei membri della
famiglia che ha scopi ed esigenze proprie, da perseguire in autonomia. Ed è
quindi essenziale conciliare gli interessi del gruppo a quelli dell’individuo.
Questo può avvenire quando si affrontano problemi e conflitti in modo aperto,
negoziando soluzioni.
Per raggiungere questa coesione nel nucleo famigliare la
parentela svolge una funzione fondamentale. Oltre a costituire una capo di
relazioni fondate sulla discendenza e/o sul legame matrimoniale, la parentela
ha la funzione di assegnare ai nuovi nati un posto nella società. La concezione
della parentela tipica di una data società comprende oltre alle idee sulla
riproduzione, sul concepimento e sui legami parentali tra individui, ma anche i
rapporti tra i gruppi di cui tali individui fanno parte, che coinvolgono anche
una notevole quantità di regole.
Secondo il sociologo Max Weber il potere di un certo
soggetto si definisce nell’obbedienza da parte di altre persone ai suoi comandi.
Tale fenomeno si può anche osservare nel nucleo famigliare, nel quale di solito
il potere appartiene alla figura genitoriale. Nel caso in cui l’autorità
genitoriale venga usata di sproposito o non venga riconosciuta dal figlio,
l’educazione di quest’ultimo potrebbe essere compromessa.
Un’ esempio di educazione è il romanzo Emilio. L’Emilio è
un romanzo pedagogico di Jean-Jacques Rousseau composto da 5 libri, che segue
la crescita di Emilio dalla nascita all’età adulta.
Nel primo libro (0-6 anni) Rousseau fa due considerazioni
preliminari: la prima riguarda la bontà originaria dell’uomo allo stato
naturale e della sua degenerazione nei rapporti sociali; la seconda sottolinea
l’importanza dell’educazione, poiché tutto quello che acquisiamo dopo la
nascita viene dall’educazione. Le cure educative della madre per Rousseau sono
fondamentali per garantire il felice sviluppo del piccolo. La madre deve anche
accompagnare l’apprendimento del linguaggio mediante il riferimento a oggetti
concreti. Il suo ruolo di educatrice però durerà poco poiché in poco tempo
Emilio verrà affidato alle cure di un precettore.
Il secondo libro (6-11 anni) si concentra sull’infanzia
di Emilio. In questa fase l’apprendimento di Emilio avviene a diretto contatto
con le esperienze naturali, seguendo le leggi della natura. Poiché non è ancora
capace a fare ragionamenti astratti, le conoscenze di Emilio sono associate
all’esercizio dei sensi. Lo scopo di
tale fase è quella di rendere Emilio sano, vigoroso e pronto ad apprendere da
sé.
Il terzo libro (12-15 anni) Rousseau parla dell’età
dell’utile, nel quale il bambino passa dall’apprendimento sensoriale a quello
intellettuale vero e proprio. In questa fase il precettore deve saper
valorizzare la curiosità e l’interesse di Emilio, evitando che si disperda e
facendolo concentrare su ciò che è importante. Il fine di tutto ciò non è
quello di rendere Emilio sapiente, bensì di porlo nelle condizioni di trovare
in sé stesso i mezzi per ampliare le proprie conoscenze.
Il quarto libro (15-18 anni) descrive il processo con il
quale il ragazzo esce dall’infanzia e viene introdotto all’età adulta, Rousseau
definisce questa fase come una seconda nascita. In questa fase il precettore
deve impartire l’educazione sessuale, morale e religiosa, con il fine di
annullare o quantomeno contenere gli effetti dell’amor proprio, che conducono
all’invidia, e stimolare l’amore di sé, che conduce all’istinto di pietà.
Nel quinto libro (19-25 anni) infine, viene rappresentata
la futura moglie di Emilio. La donna ideale per Rousseau era in linea con
quella del suo tempo, individuabili in una bellezza graziosa, ma non
eccessivamente curata, nell’intelligenza non saccente, nel pudore, nello
spirito religioso, nella gaiezza, nell’amorevole cura della casa, del marito e
dei figli. Nel ruolo e caratteristiche della donna nei confronti dell’uomo si
evidenzia una chiara inferiorità, anche se ritiene che tra i due vi sia una
grande complementarietà.
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